Febbre post-operatoria
Quando è opportuno preoccuparsi

Surgery Clinic di Angela Bentivogli

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Gli interventi chirurgici, di qualsiasi natura essi siano, sottopongono il corpo ad uno stress piuttosto importante; è normale, quindi, che il corpo inneschi automaticamente una reazione che determina uno stato di infiammazione generalizzata.
Una delle manifestazioni di questo meccanismo è la febbre post-operatoria.

Che cos'è la febbre post-operatoria?


Si tratta di una reazione fisiologica del tutto normale, anzi, possiamo dire che sia persino positiva:

Il rilascio di mediatori chimici che inducono questa sorta di allerta favorisce la stimolazione delle attività di riparazione dei tessuti proprio laddove ha avuto luogo l’intervento e si trova la ferita, supportandone, così, il processo di guarigione.


La febbre di cui stiamo parlando si aggira intorno alla temperatura massima di 37,5°C ed ha una durata di due/tre giorni.

Il quadro appena descritto è del tutto normale e viene sì monitorato assieme a tutti gli altri parametri di questo delicato momento di recupero, ma non desta assolutamente preoccupazione.

Ci sono dei casi, però, in cui la febbre post-operatoria assume caratteristiche differenti per cui è necessaria una maggiore attenzione.
Vediamo quando questa febbre potrebbe non rientrare nel normale decorso post-operatorio.




Quando preoccuparsi per la febbre?


Se dopo un intervento chirurgico la febbre raggiunge valori alti, intorno ai 38°C e oltre, allora potrebbe essere indice di una situazione clinica di cui preoccuparsi.

Febbri di questo tipo si possono registrare in concomitanza con:
• ascessi: si tratta di infezioni piuttosto severe localizzate nell’area dove ha avuto luogo l’intervento chirurgico; sono caratterizzati da un accumulo di pus in uno spazio chiuso e provocano anche dolore;
• polmonite: è un’evenienza rara, ma da prendere, comunque, in considerazione. Di solito, questo genere di situazione si verifica quando il decorso post-operatorio prevede una ridotta o assente mobilità del paziente o quando la tipologia di intervento può andare a ridurre la capacità di espansione della cassa toracica nell’atto inspiratorio, diminuendo la ventilazione delle basi polmonari;
• trombosi venosa profonda: questa è sicuramene la più pericolosa tra le complicazioni postchirurgiche e può essere ricondotta a danni vascolari insorti durante l’intervento;
• infezioni urinarie: possono avere luogo laddove sia necessario l’utilizzo di un catetere vescicale.


Per tenere a mente le possibili cause di febbre anomala durante il decorso post-operatorio si possono tenere a mente le “sei W”:
• Wound: le infezioni della ferita
• Water: le infezioni urinarie
• Wind: la polmonite
• Walking: la trombosi venosa profonda
• Widgets: le reazioni a dispositivi come i drenaggi
• Wonder drugs: febbre farmaco-indotta


Per ridurre al minimo i rischi appena elencati, dopo ogni intervento chirurgico si segue una prassi che prevede la deambulazione precoce, la rimozione di cateteri vescicali appena possibile, la cura meticolosa delle ferite e dei drenaggi.

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